economia
Effetti dell’emergenza Covid-19 sulle imprese
29/06/2020
L’emergenza Covid ha avuto gravi ripercussioni anche sulle imprese altoatesine
Il 58,7% delle imprese ha visto la propria attività interrotta per decreto del Governo, il 39,7% ha visto il proprio fatturato ridursi di oltre il 50%; il 53,3% ha fatto ricorso alla Cassa Integrazione; il 97,1% ha dovuto sanificare gli ambienti ed utilizzare i dispositivi di protezione individuale. Il 42,8% delle imprese dovrà ricorrere all’adozione di nuovo debito bancario, mentre il 19,1% valuta il differimento o l’annullamento dei propri piani di investimento. Il 19,9% delle imprese ha introdotto lo smart working o ha ampliato il numero di addetti che fruiscono di tale modalità lavorativa.
Effetti a medio termine dell’emergenza da Covid-19
Per quanto riguarda gli effetti a medio termine dell’emergenza da Covid-19, oltre un terzo delle imprese della provincia di Bolzano (37,3%) ritiene che ci saranno seri rischi operativi e di sostenibilità dell’attività, un dato in linea con quello nazionale (38,0%).
Un terzo delle imprese altoatesine (33,2%) prevede che mancherà la liquidità per far fronte alle spese correnti; tale preoccupazione sia in Trentino (51,9%) che in Italia (51,5%) si estende ad oltre la metà delle imprese.
Le imprese altoatesine sono mediamente meno preoccupate rispetto a quelle nazionali riguardo alla riduzione della domanda locale di prodotti o servizi (29,8% contro il 32,1%), mentre molto maggiore rispetto alla media è il timore che si riducano la domanda nazionale di prodotti e servizi (38,7% contro il 30,3% a livello italiano) che soprattutto la domanda dall’estero (26,9% contro il 14,9% a livello nazionale).
Un quinto delle imprese della provincia di Bolzano (21,5%) ritiene che aumenteranno i prezzi di materie prime e semilavorati, dato in linea con quello nazionale (20,3%). Il 12,9% teme che il rinvio o la cancellazione di fiere ed eventi ridurrà l’attrattiva dei propri beni e servizi (a livello nazionale l’11,9%).
Minori sono le preoccupazioni riguardanti la riduzione o l’interruzione della fornitura di materie prime o semilavorati (5,3%), l’impossibilità o l’insostenibilità delle attività per garantire le distanze minime (4,5%), la possibilità di dover chiudere altre sedi aziendali in Italia o all’estero (4,1%). Il 20,0% delle imprese prevede che la crisi non avrà particolari effetti sull’attività; tale valore è doppio rispetto al Trentino (10,2%) e molto maggiore rispetto al dato nazionale (12,6%), mentre nessuna delle imprese interpellate a livello locale ritiene che il proprio livello di attività aumenterà.
La crisi causata dall’emergenza Covid-19 pone le imprese di fronte alla scelta di valutare nuove strategie di medio-lungo termine per contrastarne gli effetti.
La riorganizzazione dei processi e degli spazi di lavoro è una opzione considerata solo dal 12,3% delle imprese della provincia di Bolzano: tale possibilità viene valutata invece dal 23,2% delle imprese nazionali e addirittura dal 35,7% di quelle trentine. La modifica o l’ampliamento dei canali di vendita, dei metodi di fornitura/consegna di prodotti e servizi è valutata dal 9,5% delle imprese altoatesine e dal 13,6% delle imprese italiane, l’accelerazione della transizione è considerata dal 7,4% delle imprese (9,4% la media italiana). Meno gettonate alternative come l’adozione di nuovi modelli di business (5,2%), l’aumento degli investimenti finalizzati ad un’estensione o riconversione dell’attività produttiva (4,8%), la produzione di nuovi beni e servizi connessi (4,1%) o non connessi (4,6%) all’emergenza sanitaria, la modifica della quantità di ordini di fattori produttivi (3,9%), la modifica della struttura proprietaria (3,6%), la creazione o l’intensificazione di partnership con altre imprese (2,7%), la modifica dei paesi di destinazione dell’export (1,3%) o il cambio radicale di attività svolte rispetto a quelle svolte in precedenza.
Molte imprese valutano anche strategie più conservative: il differimento o annullamento dei piani di investimento, compresi quelli in ricerca e sviluppo viene considerato dal 19,1% delle imprese, dato maggiore rispetto al 12,5% nazionale, ma comunque inferiore a quello del Trentino dove si arriva al 25,6%. Un sesto delle imprese altoatesine (16,7%) valuta una riduzione sostanziale del personale, ipotesi vagliata invece dall’11,8% delle imprese a livello nazionale.
Quasi la metà delle imprese (46,3%) non ha adottato né intende valutare nuove strategie, una percentuale quasi doppia rispetto a quella delle imprese trentine (25,3%) e comunque molto più alta rispetto alla media nazionale del 36,5%.
Foto: Vipiteno durante il lockdown (Foto: Martin Schaller)