Società
"Vipiteno è diventata la mia casa"
18/12/2020
Vipiteno è ormai diventata una seconda casa per molti immigrati. La speranza di un futuro migliore per sé e per i propri figli è un grande stimolo a fare il passo decisivo e a lasciare tutto alle spalle - come per Olha Odynets, che si è trasferita da Kiev a Vipiteno con il marito 17 anni fa.
Olha Odynets da Kiev, Ucraina
Intervista di Christine Zwischenbrugger
Signora Odynets come è arrivata a Vipiteno?
Рrima di venire in Alto Adige non ero mai stata all’estero. Mi ha convinto mio marito, che voleva vivere in un Paese più democratico e dove lo sforzo viene premiato. Avevamo già la prima figlia e volevamo un futuro più sicuro anche per lei. Ho studiato l’italiano a Kiev, mentre mio marito stava cercando in Italia un lavoro fisso. Nel 2003 siamo venute qui. Mio marito non aveva certo l’illusione di trovare il lavoro dei suoi sogni, senza una giusta conoscenza delle due lingue. Nonostante il diploma di pilota civile ha accettato sempre tutte le proposte di lavoro. Abbiamo abitato per 13 anni a Vipiteno in un appartamento e adesso finalmente siamo riusciti a comprarne uno. All’inizio è stata dura senza parenti e amici, abbiamo fatto tanti sacrifici e mio marito è veramente un grande lavoratore. Nel 2005 è nata la nostra seconda figlia, e io mi occupavo della loro educazione. Abbiamo anche una gatta.
Come si trova qui?
Sono passati 17 anni, le figlie hanno ormai 22 e 15 anni, frequentano l’università e la scuola superiore. Studiano tanto e volentieri. Stiamo bene. Dal 2015 lavoro in un negozio al DOB. Il mio lavoro e l’ambiente mi piacciono. Purtroppo per il Covid 19 siamo rimasti a casa quasi 5 mesi. Con due stipendi è stato possibile comprare la casa, ma senza l’aiuto di amici sarebbe stato molto più difficile. Siamo contenti che le figlie parlano bene il tedesco e l'italiano, sanno bene anche il dialetto e hanno amici. La piccola frequenta corsi di musica e fa sport. Ogni tanto riusciamo a fare piccoli viaggi per scoprire i bellissimi posti intorno a noi. L’Alto Adige con la sua natura è proprio favoloso e Vipiteno offre molto sia in estate che in inverno.
Come vede il suo futuro?
Il mio più grande desiderio per il futuro è di rimanere in salute tutti, per essere autonomi, indipendenti e felici. Vorrei tanto riuscire a superare questo periodo difficile e tornare a passare il tempo con gli amici. Il mio sogno è passare l’esame di bilinguismo e avere la possibilità di sfruttare il mio diploma di logopedista e lavorare con i bambini come facevo in Ucraina. Con un lavoro stabile vorrei dare la possibilità a mio marito di lavorare meno e passare più tempo con noi.
Cosa serve per una buona convivenza?
Non c’è una ricetta unica per tutti. Ogni persona fa il suo percorso di vita. Questo è anche il bello della diversità. Il mio motto è: la mia libertà finisce dove comincia la libertà degli altri. Rispetto la diversità e ammiro le tante opportunità che ci sono qui. Il modo di vivere, l’amore per l’ambiente, non ci sono gli steccati alti come da noi, spesso non ci sono le tende alle finestre. Questo per me significa una certa apertura mentale della gente. Tante cose sono pensate per rendere più comoda e facile la vita, anche per le persone con disabilità e per i bambini. Forse voi ci siete abituati, ma io lo noto, perché nel mio Paese tutto questo manca. Qui negli uffici trovo sempre tanta gentilezza e voglia di aiutare.
Abbiamo sempre fatto affidamento su noi stessi e in momenti difficili abbiamo sempre ricevuto appoggio. Sono stata veramente fortunata di incontrare delle persone con grande cuore e grande personalità, che mi sono state vicine. Siamo contenti di essere riusciti a realizzare i nostri progetti di vita. Ringrazio e ammiro questa comunità e il suo sistema che permette di realizzare i propri sogni. Vipiteno è diventata la mia casa.