Società
“Ferrovie dello Stato” e la festa per il primo secolo di vita della ferrovia della Val Pusteria
19/10/2021
Niente a che vedere con le celebrazioni festose di 50 anni fa quando le Ferrovie erano ancora “Ferrovie dello Stato” e la festa per il primo secolo di vita della ferrovia della Val Pusteria – quella volta con data più precisa, a novembre - coinvolse ferrovieri e cittadini della vicina Austria e della stazione di Lienz, che calarono, insieme ai Pusteresi in abiti storici e tradizionali, dal capoluogo dell’Osttirol con musicisti e specialità culinarie.
Quella del 2 ottobre, con tanto di treno storico a vagoni “centoporte” in legno e due locomotive “740”, è parsa più una sorta di autocelebrazione, confinata nei suoi coinvolgimenti spaziali e sociali e ridotta nei discorsi delle autorità partecipanti (in testa i vertici della Provincia) alla menzione di quanto realizzato negli ultimi decenni in Pusteria, con proiezioni verso un futuro raddoppio del binario, in maniera da rendere sempre più competitivo il viaggiare in treno. Eppure ha comunque visto un gran concorso di folla il viaggio del treno storico da Fortezza a Dobbiaco, organizzato dalla Provincia, dalla Fondazione delle Ferrovie dello Stato e da Rete ferroviaria italiana, in occasione dei 150 anni dall’inaugurazione della linea Fortezza-San Candido-Villach. Allora, in soli due anni, la linea venne completata ed il 20 novembre il primo treno passò su quel ponte, quello che sbucando dal forte di Fortezza porta all’ allora stazione di Aica e che fu celebrato con centinaia di cartoline illustrate per essere il ponte più alto d’Europa.
Innovativo il “taglio” della valle che alcuni vogliono attribuire a scopi difensivo-militari. In realtà, la realizzazione della linea ferroviaria della Pusteria fu la “ciliegina sulla torta” di un progetto più ampio di moderna mobilità, consentita dalla realizzazione (solo due anni prima) dell’ultimo tratto ferroviario, quello tra Bolzano ed Innsbruck e dovuto alle geniali intuizioni del celebre ingegner von Etzel. La Pusteria, da Fortezza a Lienz – Villach, consentì di accorciare di molto la percorrenza tra Innsbruck e Vienna, le due città cardine dell’Impero Asburgico, tratta che prima necessariamente passava solo attraverso Salisburgo. Tant’è. Altra piccola notazione di cronaca, di una giornata che ha registrato il pienone delle prenotazioni è quella che riguarda le locomotive. Nel 1971 erano due, i treni trainati dalle vaporiere, quello storico e quello “di scorta”.
Questa volta invece due locomotive per un treno solo: sono sparite infatti (ce n’è una musealizzata a Fortezza, ma fuori dal contesto dei binari e dunque inservibile) le piattaforme girevoli che consentivano di ruotare di 180 gradi la locomotiva stessa per il ritorno: le vaporiere infatti possono viaggiare a pieno regime solo in avanti. Cosí, per ovviare al problema, il treno storico si è dotato di due “740” una col muso rivolto verso San Candido e una verso Fortezza, l’una che “tirava” all’andata e l’altra al ritorno. Cinquant’anni fa, erano entrambe ancora in servizio attivo, visto che in Pusteria si smise di viaggiare a vapore solo nel 1976. E per qualche minuto, sotto lo sguardo commosso di un paio degli ultimi “musi neri” ormai ottantenni e i gridoloni dei bimbi che mai avevano ancora visto un giocattolone simile, si è respirato l’odore di fumo dei tempi andati, quello che ha annerito il granito delle austere case antiche e della chiesa di Fortezza.
Dario Massimo