Società
Fortezza: chiude il "Dopolavoro"
30/12/2023
Le ragioni sono tantissime e per elencarne almeno alcune bisognerebbe iniziare dal fenomeno più evidente, studiato da sociologi ed economisti da almeno una ventina d’anni: i piccoli centri “servono” per andare a dormire a fine giornata. Nei più grandi si lavora, si fanno acquisti si pranza (magari solo fugacemente) e alla sera si rientra.
E così i piccoli agglomerati urbani diventano “quartieri dormitorio” per le città vicine. A soffrire di questa situazione sono gli esercizi pubblici, negozi, bar, ristoranti, alberghi. Resistono solo quelli con una grande storica tradizione alle spalle, e magari in mano a una famiglia unita e capace. A Fortezza il fenomeno appare addirittura macroscopico e, a scusante del lungo preambolo, la notizia , quella che vede la chiusura, probabilmente definitiva, del Dopolavoro ferroviario, che aveva cambiato il nome in “Trattoria del traforo” una ventina d’anni fa, per ribattezzarsi più di recente in un ammiccante “…da dove vieni”. Abbandonato da tempo il servizio di ristorazione, era l’ultimo bar-bistro che i viaggiatori in transito e gli abitanti della zona, potevano frequentare nel complesso di Piazza Stazione. Chiuso ormai da decenni il Buffet, chiuso desolatamente lo storico Hotel Posta Reifer, rimaneva l’edificio forse meno “prestigioso”, se così si può definire, che comunque poteva fornire un caffè o una birra e un panino. Da tempo l’ultima concessionaria, una ragazza di Fano, aveva cercato altri lidi, rilevando un’attività nella più turistica, redditizia ed ospitale Val Gardena, mantenendo il titolo a Fortezza tramite una sua incaricata. Ma il destino era segnato anche perché la notizia ormai certa della realizzazione della bretella ferroviaria della Val di Riga, che “taglierà fuori” Fortezza dal traffico ferroviario con la Val Pusteria, non induce certo a investimenti nel campo turistico e commerciale. Cosa ne sarà dello storico (e malconcio) edificio difficile a dirsi. Si parla di una ipotesi-appartamenti, realizzati forse dal solito imprenditore che già ha investito in diverse strutture del paese e si vocifera di nuove destinazioni d’uso. Di certo anche la chiusura del grande cantiere tra Fortezza e Mezzaselva per la realizzazione del più spettacolare tratto del tunnel di base del Brennero, col passaggio al di sotto del fiume Isarco, gioca il suo ruolo: centinaia di operai addetti alla realizzazione della grande opera sono stati spostati in cantieri fuori paese e questo non ha giovato e non giova alle economie locali. Simili fenomeni Fortezza li ha vissuti in passato, in uno stillicidio strettamente legato ed inversamente proporzionale alla velocità dei trasporti e ad un cambio drastico del concetto di mobilità: ha chiuso, partendo da nord, l’Albergo Klapfer a Le Cave: fu il primo segnale, quasi cinquant’anni fa. Poi, nel tempo, l’omonimo negozio di generi misti a Mezzaselva, la macelleria Mayr, sempre a Mezzaselva, l’Hotel Peisser a Prà di Sopra e come dicevamo (senza citare i numerosi negozi a Fortezza capoluogo) l’Albergo Posta Reifer , il Buffet della stazione e ora l’ex Dopolavoro. Che dietro ci sia un difetto di comunicazione con la mastodontica e nebulosa struttura delle Ferrovie è anche vero. Ma è anche vero che a Fortezza non esistono nemmeno più i ferrovieri, quelli con tanto di famiglia, di mogli e bambini. E con loro se ne sono andate anche le strutture legate indissolubilmente a una vita e a una mentalità diverse, passate di moda, ormai vecchie e da dimenticare.
dm