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"Frutteti: stabili grazie alla diversità"
12/05/2025
Il 15 maggio al Museo di Scienze Naturali dell’Alto Adige a Bolzano si terrà una conferenza in lingua italiana sul tema dei frutteti e delle antiche varietà di frutta, nell’ambito del ciclo di incontri “Stare a galla. Agricoltura e società”.
Un tempo esistevano migliaia di varietà di mele e pere: a seconda della posizione, del clima, del tipo di suolo e del fabbisogno idrico, le persone coltivavano determinate varietà, selezionandole in base al gusto, al periodo di maturazione, all’idoneità alla trasformazione e alla capacità di conservazione. Per mantenere sani gli alberi, fino agli anni Settanta dell’Ottocento si prestava attenzione alla resistenza alle malattie, alla diversità varietale all’interno del frutteto e alla potatura. A partire dagli anni Venti e Trenta del Novecento, si diffuse in Europa l’industrializzazione della frutticoltura sul modello americano: nacquero le coltivazioni intensive con alberi di bassa statura. Senza l’uso di prodotti inorganici o chimico-sintetici, questo tipo di coltivazione ridotto a poche varietà non riesce a fornire un prodotto standardizzato per il mercato.
Di questo si parlerà giovedì 15 maggio alle ore 18.00 presso il Museo di Scienze Naturali dell’Alto Adige nella conferenza dal titolo “Frutteti: stabilità attraverso la diversità” tenuta da Mattia Omezzolli. Biologo e responsabile di un vivaio e di un’azienda agricola a Riva del Garda, Omezzolli coltiva antiche varietà di mele, pere, cotogne, prugne, ciliegie e frutti di bosco. Spiegherà perché ha scelto di farlo, come si può aumentare la biodiversità e perché è fondamentale preservare l’agrobiodiversità attraverso le coltivazioni. La loro diversità genetica rappresenta una risorsa preziosa in tempi di grandi cambiamenti, un vantaggio cruciale nell’era dei cambiamenti climatici e delle loro conseguenze.
La conferenza fa parte della serie di incontri “Stare a galla”, organizzata dal Centro di Storia Regionale, dal Museo di Scienze Naturali dell’Alto Adige, dalla Libera Università di Bolzano, da “Storia e Regione” e dall’Associazione Etnologica dell’Alto Adige, che affronta il tema dell’agricoltura da un punto di vista storico ed etnologico. Ingresso libero.